mercoledì 30 dicembre 2015

“IL FUTURO DEL WELFARE E’ IN AZIENDA” di Filippo Di Nardo

Partiamo dalla sua definizione, cosa vuol dire “Welfare aziendale?”. Sul dizionario “welfare” significa Benessere, ma anche Sussidi per la sanità, la previdenza e i servizi alla persona. Aziendale significa messo in atto dall’azienda, un investimento. In sintesi, si tratta di tutte le iniziative che un’azienda  pone in essere per favorire il benessere, la salute e la sussistenza dei propri lavoratori.
"Al fianco dei tradizionali bisogni sociali le politiche di welfare sono chiamate a rispondere a nuove e pressanti esigenze dei cittadini. I servizi alla persona sono uno dei capitoli crescenti e meno tutelati delle nuove politiche di welfare: servizi di baby sitting, lavori domestici, assistenza agli anziani e alle persone non autosufficienti. Questi bisogni sono in costante crescita soprattutto in ottica di conciliazione degli impegni di lavoro con gli impegni domestici e familiari e rappresentano una sfida per tutti i lavoratori europei , e più in particolare per le donne…Il welfare informale è la principale risposta ai servizi alla persona. Quasi 2 milioni e 600 mila famiglie si sono rivolte al mercato per acquistare servizi di collaborazione domestica, di assistenza agli anziani o a persone non autosufficienti e di baby-sitting. Prestazioni che sono garantite il più delle volte tramite lavoro irregolare e in nero. Il 27,7%, infatti, del lavoro domestico inteso in senso lato è "in nero" e il 38,8% appartiene alla cosiddetta area grigia, in altri termini quasi il 70% di questo settore è irregolare…"

Il welfare sarà sempre meno statale e sempre più aziendale. E' un processo obbligato, perché se le risorse pubbliche disponibili tendono a diminuire e le esigenze di welfare da parte dei cittadini tendono ad aumentare; è inevitabile che il welfare  contrattuale diventi sempre più complementare e, in alcuni casi, persino sostitutivo del sistema pubblico.
Nel libro vengono approfonditi ed illustrati modelli già applicati in altri Paesi e che potrebbero applicarsi anche nel nostro Paese. i capitoli a mio avviso più significativi in tal senso sono:
il voucher universale per i servizi alla persona in Europa: un modello per l'Italia;
- Welfare aziendale: opportunità di tutela delle persone e di sviluppo delle comunità;
- Lo smart Working;
- Il Welfare come leva strategica per la produttività aziendale. L'esperienza di ValoreD.

Non solo un semplice libro, ma un vero vademecum dedicato alle grandi ma soprattutto alle piccole aziende, perché il “Welfare”, il “Benessere” non è una questione riservata alle aziende “grandi”; è soprattutto una questione culturale che alla base deve avere il desiderio da parte del datore di lavoro di applicarlo per il bene dei suoi dipendenti e della sua azienda… buona lettura. (Dante D'Alfonso)

“IL FUTURO DEL WELFARE E’ IN AZIENDA” (ed Guerini NEXT) 20,00 euro -Sono sempre più numerose le aziende che offrono benefit e servizi welfare ai propri dipendenti. La retribuzione del lavoro sta cambiando pelle e vicino al salario monetario sta crescendo il salario sociale, ossia la retribuzione in natura, più conveniente sul piano fiscale e contributivo. Si tratta del cosiddetto welfare aziendale che permette di remunerare i dipendenti con una serie di servizi alla persona e di sostegno al potere d’acquisto tramite l’offerta di servizi di assistenza per i propri famigliari, sia bambini sia anziani non autosufficienti, buoni spesa, buoni pasto, iniziative di conciliazione tra vita privata e lavoro, contributo per l’acquisto di libri per i propri figli, assicurazione sanitaria e via dicendo. Complice la lunga crisi economica di questi anni, molte aziende non sono più in grado di sostenere aumenti monetari per i propri dipendenti e grazie ai vantaggi fiscali del salario sociale ricorrono ai piani di welfare aziendale. Si tratta, si badi bene, di un sistema virtuoso che conviene a tutti: all’azienda che migliora la produttività, ai dipendenti che vedono aumentare il loro potere di acquisto e allo stato che può fare affidamento su una fonte di finanziamento aggiuntiva per le politiche sociali. Lo sviluppo e la centralità del welfare aziendale prende piede, infatti, all’interno della crisi di sostenibilità del nostro modello di stato sociale e dalla conseguente necessità di individuare nuove leve di finanziamento della spesa sociale in un’ottica integrativa rispetto al ruolo dello stato. Questo libro offre un contributo alla diffusione e sensibilizzazione a tutti i livelli, istituzionali, politici, sindacali e aziendali, dall’assoluta necessità di porre la questione del welfare aziendale al centro del confronto e dell’iniziativa di ciascuno, quale leva irrinunciabile di crescita e benessere per il ns Paese.

FILIPPO DI NARDO: è un giornalista specializzato sul mercato del lavoro e saggista. Direttore responsabile di “Kongnews.it” e già direttore responsabile del bimestrale “Human Training” ha collaborato con Italia oggi, Europa e Technopolis. E’ autore televisivo di di vari programmi sul lavoro, tra cui Eureka, format di Walter Passerini. Ha scritto numerosi saggi sul lavoro e l’impresa.

"Il Capitale Umano è fatto non solo di un patrimonio di competenze e abilità tecniche, ma anche di abilità non cognitive, come la motivazione o le attitudini verso il futuro e le condizioni di salute. Il capitale umano comprende tutto ciò che influenza la capacità degli individui di produrre e creare reddito, oltre alla forza delle loro braccia: la salute fisica e mentale ne è una determinante fondamentale" (Ignazio Visco)

sabato 21 novembre 2015

Il welfare aziendale in REXAM. Intervista a Maura Zuccarini, direttore delle risorse umane dell’azienda.


“Per essere i migliori dobbiamo puntare sul benessere dei dipendenti”


La Rexam è una delle principali aziende al mondo che produce lattine per bevande. E’
presente in 24 Paesi e con oltre 8 mila dipendenti. In Italia è presente con uno stabilimento in Abruzzo nella provincia di Chieti. Abbiamo sentito Maura Zuccarini, l’HR Manager dello Stabilimento, sulle pratiche di valorizzazione delle risorse umane dell’azienda.

La vostra azienda ha adottato piani di welfare? Se sì qual è la motivazione di fondo che vi ha spinti ad adottarli?
La vision di Rexam è di essere il “migliore produttore al mondo di lattine” e questo lo si intende realizzando, prima di tutto, prima di qualsiasi altro processo strategico, un’organizzazione vincente, ovvero un’organizzazione che sia fatta di persone “ingaggiate”, che tengano e siano orgogliosi della propria azienda. Rexam verifica periodicamente l’ingaggio dei propri dipendenti attraverso indagini di clima. L’attuale percentuale, a livello globale, è del 72%.  Nel mio Plant, il 73% nel 2011, l’83% nel 2012 ed il 71% nel 2013. Quindi il welfare che da noi è declinato come “benessere dei dipendenti”, è considerato un volano formidabile per “fidelizzare” i nostri lavoratori. Abbiamo cominciato con delle iniziate “spot”: dal 2012 è stato implementato un sistema di flessibilità oraria. Tra il 2012 e il 2013 sono state fatte numerose iniziative a sostegno del benessere dei lavoratori: convenzione con piscina; controlli sanitari per tutti (oltre le esigenze da protocollo sanitario).

 Quali sono i contenuti dei piani di welfare aziendale che avete adottato fino ad oggi?
Non è stato ancora rilasciato un “piano di welfare” strutturato. Di recente (fine 2014 inizi 2015), abbiamo cominciato a parlare ai sindacati della possibilità di spostare parte della remunerazione variabile (Premio di Risultato), su una piattaforma di welfare.I sindacati ci hanno inizialmente supportato, salvo poi arrendersi alla difficoltà di far accettare alle persone che parte del loro premio veniva ad essere una concessione dell’azienda, e non frutto di contrattazione aziendale.Sono però convinta che i tempi si stiano facendo sempre più maturi anche per il sol fatto che se ne parli sempre più di frequente

Quali i vantaggi riscontrati in termini di clima aziendale e produttività?
Ad esempio, a seguito dell’implementazione della flessibilità oraria abbiamo avuto un + 11% di engagement (totale 83%, 2012)

Com’è stato accolto dai dipendenti? Si è trattato di una scelta unilaterale dell’azienda oppure di un accordo sindacale? 
 Nel caso della flessibilità e delle altre forme a sostegno del benessere dei dipendenti, si è trattato di una scelta aziendale.

Quali iniziative per il futuro? Si tratta di una scelta strategica nella gestione delle risorse umane? 
Stiamo lavorando per implementare, a partire da gennaio 2016, lo smart working per alcune funzioni di staff, non legate all’operatività. Quindi di servizi alla persona come la “lavanderia in fabbrica” e servizi per la salute: il nutrizionista in fabbrica”.

La legge di riferimento è chiara o dovrebbe cambiare? 
No, non è chiara ma soprattutto non è al passo coi tempi: sarebbe importante poter adottare piani di welfare per destinarvi parte della remunerazione variabile da contrattare in sede sindacale nonché disciplinare finalmente con legge lo smart working.

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A proposito di Maura Zuccarini – 42 anni, nata a Chieti. Laurea in Giurisprudenza nel ‘98. Nel 2003 prende coraggio: stanca delle pressoché nulle possibilità di fare un’esperienza lavorativa soddisfacente, si trasferisce a Torino. Lì, in una piccola Software House, ha mosso i suoi primi passi nell’HR, settore amministrazione del personale.Due anni più tardi è stata assunta in una multinazionale farmaceutica come HR Specialist. Seguiva le contrattazioni sindacali e le varie vertenze, giudiziali e stragiudiziali. Poi, nel 2007, le propongono “il salto”. Diventa HR Manager di Plant.Nel 2010 torna in Abruzzo durante la sua seconda gravidanza. Trova lavoro in Rexam dove ricopre il ruolo di Hr Manager di Plant.

A proposito di Rexam – E’ una multinazionale, leader nella produzione di lattine per bevande. Conta circa 8000 dipendenti nel mondo. Ha 55 stabilimenti in 24 Paesi per una produzione di 64bn di lattine (dato 2014). Presto (primo semestre 2016) si concluderà l’acquisizione da parte di Ball, uno dei suoi principali competitore.(www.rexam.com).



tratto da kongnews.it

domenica 20 settembre 2015

“LA RICREAZIONE E’ FINITA” di Roger Abravanel e Luca D’Agnese

“Cosa vuoi fare da grande?”. Quante volte ci hanno posto questa domanda; quante volte l’abbiamo formulata noi. Una domanda come si diceva “da 1.000.000 di dollari”; alla quale fino a qualche anno fa si poteva dare una risposta, una strada da percorrere per il medio e lungo periodo.
Sono della generazione degli anni settanta, i quarantenni di oggi. Giovani orientati a intraprendere studi tecnici dove era importante prendere “il pezzo di carta”, essere pratici per trovare il “posto fisso” in una nazione in pieno boom economico. 
Competenze tecniche più importanti rispetto a quelle che oggi si definiscono “soft skills”; era importante relazionarsi con il territorio locale e la conoscenza delle lingue straniere (es l’inglese) era solo per i pochi che potevano permetterselo (o che avevano genitori di larghe vedute)
Oggi il mondo del lavoro è cambiato, il mondo stesso è oggi “più piccolo”, le distanze si sono accorciate grazie al fatto che gli spostamenti sono più brevi e meno costosi, ma soprattutto dal fatto che si è connessi in tempo reale con il mondo. La conoscenza dell’inglese, non è più complementare al percorso formativo; è un requisito fondamentale per relazionarsi ed essere competitivi in un mercato del lavoro globale.
Per rispondere alla domanda “Cosa vuoi fare da grande?” serve una collaborazione e comunicazione costante tra scuola, famiglia, giovani e mondo del lavoro; mondi che sono in continua evoluzione, trasformazione e innovazione.
Un libro, una riflessione che sarà sicuramente utile a chi opera nelle scuole, nel mondo del lavoro, ma soprattutto ai giovani ed alle loro famiglie. (Dante D'Alfonso)

Scheda
"LA RICREAZIONE E' FINITA" - La disoccupazione giovanile nel nostro Paese ha cause ben più profonde e lontane della crisi economica. Il problema è che i ragazzi italiani non sono preparati al lavoro del Ventunesimo secolo. E le famiglie, con i loro pregiudizi, stereotipi e luoghi comuni, sono spesso le prime fabbriche di disoccupati. Quello che i datori di lavoro cercano oggi nei giovani è molto diverso da ciò che volevano cinquant’anni fa: meno “mestiere” e più senso di responsabilità, spirito critico e capacità di comunicare con gli altri. Per questo i genitori non riescono a capirlo. E per questo la scuola e l’università, a parte poche eccezioni, non riescono a insegnarlo. Ma i giovani italiani e le loro famiglie non possono aspettare la riforma epocale di cui l’istruzione italiana avrebbe bisogno. Hanno domande alle quali è urgente dare una risposta. Quale percorso scolastico scegliere? Perché la laurea non basta più? Quali esperienze extrascolastiche sono più utili? Come trovare il lavoro giusto? Come si può correggere il tiro quando il percorso scelto non porta i risultati sperati? Roger Abravanel e Luca D’Agnese, attraverso l’analisi dei dati più significativi sull’istruzione e sull’occupazione, interviste a imprenditori e responsabili delle risorse umane e racconti in presa diretta di tanti ragazzi che “ce l’hanno fatta”, mostrano come questo sia possibile. Si deve provare da soli a costruire il percorso migliore per sé, perché disegnare il proprio futuro si può.

Autori:

Roger Abravanel: è consigliere di amministrazione di aziende italiane e internazionali. È autore di Meritocrazia (2008) e, con Luca D’Agnese, di Regole (2010) e Italia, cresci o esci (2012). – Luca D’Agnese: è stato partner di McKinsey e amministratore delegato di aziende del settore energetico. Attualmente è responsabile di Enel per l’America Latina

venerdì 17 luglio 2015

"Fai fiorire il cielo" di Jacopo Perfetti

Quando qualche mese fa mi aggiravo per la libreria mi sono imbattuto in questo libro; subito il titolo e la copertina hanno attirato la mia curiosità; in un periodo personale e sociale buio,  c'è bisogno di chi, attraverso anche "solo" con un libro, un pensiero riesce ad ispirarci.
E' proprio  dietro la parola "ispirazione" il segreto per uscire dal tunnel della "crisi", dal fango dell'immobilità sociale ed economica.
Ma qual è il significato di questa parola? Secondo il dizionario "Ispirazione = illuminazione divina che apre la mente dell'uomo alla verità e lo guida a ben operare". 
Quindi l'ispirazione guida l'uomo ad operare verso il futuro, ma spesso e guai se non fosse così, è frutto anche e soprattutto di esperienze del passato. E questo libro è il giusto "collante": dando uno sguardo alle esperienze del passato in vari campi (economia, musica, marketing, ecc.) troviamo l'ispirazione per guardare al futuro con occhi nuovi, trovare il coraggio di guardare nuovamente avanti, guardare in alto, facendo finalmente "fiorire il cielo del nostro futuro"… Buona lettura
Dante D'Alfonso

Scheda del libro
FAI FIORIRE IL CIELO. Storie, strategie e intuizioni per sviluppare idee straordinarie che cambiano il futuro (ed S&K) - Qual è il segreto di "X-Factor" che ha rivoluzionato il rapporto tra musica e pubblico? Perché i personaggi di "Guerre stellari" sono diventati icone senza tempo? Come è riuscita Airbnb, azienda simbolo della sharing economy, a superare in pochi anni molti degli storici gruppi del settore alberghiero? Sono tutte idee originali, che hanno cambiato schemi e logiche del passato riuscendo a toccare il cuore delle persone. Il vero segreto è che per sviluppare idee in grado di cambiare il futuro non si passa solo per matrici e piani industriali ma anche per ispirazioni che vengono dall'arte, dalla filosofia, dalla musica, dal cinema, dalla storia e, più in generale, dalla cultura. Forse anche tu hai un'idea che potrebbe rivelarsi straordinaria. Ma non sai come realizzarla. In questo saggio Jacopo Perfetti ci accompagna in un percorso geniale per sviluppare un'idea di successo in sei fasi. Dalla sua essenza, l'essere basato su una storia vera (la barca), alla creazione del giusto contesto dove farla crescere (il mare e le onde), alle persone per valorizzarla (il vento) e alle risorse per svilupparla (l'acqua e gli scogli), per poi confrontarsi con l'ambiente esterno (il porto) ed essere infine pronti per andare oltre e far fiorire il cielo (le stelle). Dalla Rivoluzione Francese del 1789 a quella Haitiana del 1791. Dal marketing all'arte. Da Kotler e Godin a Banksy e Picasso. Da James Bond e Batman a Francis Ford Coppola e Buster Keaton passando per le storie vere della RedBull e della Coca-Cola, dalla musica rock di Bob Dylan e Bruce Springsteen a quella punk dei Sex Pistols e dei Motörhead.

L'autore
JACOPO PERFETTI -milanese, laurea umanistica e MBA. Crede nella meraviglia delle idee, si diverte a lanciare iniziative imprenditoriali e collabora con SDA Bocconi School of Management. Nell'ambito del marketing e della comunicazione, ha lavorato come consulente creativo per alcuni tra i principali marchi italiani. Cura, ricerca e produce artisti, cataloghi d'arte e progetti culturali con il fine di portare l'arte a tutti perché tutti hanno il diritto di viverla. Fai Fiorire il Cielo, già tradotto all'estero, è il suo primo libro.

"Quando siete felici fateci caso" di Kurt Vonnegut

"Quando siete felici fateci caso". E' questo il titolo del libro di Kurt Vonnegut 
che mi è stato consigliato dall'amica Silvia Mattioli. 
Io aggiungo: "Quando siete felici e appagati dite GRAZIE!""Quando avete bisogno di AIUTO chiedetelo, non vergognatevi!".Tre affermazioni che spesso sono una conseguenza. Tre affermazioni che negli ultimi anni hanno fatto parte della mia vita…
Spesso la vita è difficile e ci mette di fronte a sfide difficili da affrontare; ma quando siamo riusciti a "superare la sfida" è giusto fermarsi, ringraziare chi ci ha supportato (e alcune volte sopportato), e soprattutto essere Felici.
Un libro ricco di aneddoti, riflessioni, storie ed esperienze che posso essere sicuramente per noi lettori esperienze e spunti di riflessioni. Riflessioni datate ma sempre molto attuali.
Discorsi che erano indirizzati agli studenti di College Universitari che il giornalista Dan Wakefield e la traduttrice Martina Testa hanno messo a disposizione di tutti noi…"Quando siamo felici facciamoci caso"… Buona lettura
Dante D'Alfonso

Scheda del libro
"QUANDO SIETE FELICI, FATECI CASO" - Nelle università americane il commencement speech è il discorso ufficiale tenuto al termine dell’anno accademico ai laureandi da una personalità di spicco del mondo della cultura o della politica. Negli ultimi anni, i discorsi agli studenti di scrittori come David Foster Wallace (Questa è l’acqua) e George Saunders (L’egoismo è inutile) sono diventati grazie al passaparola dei veri e propri oggetti di culto, per gli studenti e non solo. Questo volume raccoglie nove discorsi tenuti da Kurt Vonnegut fra il 1978 e il 2004, e si propone come una piccola summa del pensiero di un maestro geniale e irriverente della letteratura del Novecento. Fra aforismi, ricordi, aneddoti, riflessioni, i discorsi di Vonnegut brillano dello stesso spirito vivace e anticonformista che anima la sua narrativa; mai predicatorio, mai consolatorio, ma capace di sferrare attacchi frontali allo status quo, cantare inni alla libertà e alla creatività dell’essere umano, spiazzare e divertire con il suo humour dissacrante, Kurt Vonnegut ci parla ancora, a qualche anno dalla morte, con una voce modernissima e utile a leggere il mondo in maniera critica e potenzialmente rivoluzionaria.
«Quanti di voi hanno avuto un insegnante, in qualunque grado di istruzione, che vi ha resi più entusiasti di essere al mondo, più fieri di essere al mondo, di quanto credevate possibile fino a quel momento? 
Alzate le mani, per favore.
Adesso riabbassatele e dite il nome di quell’insegnante a un vostro vicino, e spiegategli che cosa ha fatto per voi.
Ci siamo?
Cosa c’è di più bello di questo?» 

L'autore
Kurt Vonnegut - (Indianapolis, 1922 - New York, 2007) nacque in una famiglia colpita dalla Grande Depressione del ’29. Nel 1940 si iscrisse a biochimica all’università, poi andò sotto le armi e da prigioniero dei tedeschi assisté al bombardamento di Dresda. Tornato in America, ha studiato antropologia e ha fatto vari lavori fra cui il cronista, nello stato di New York. Esordisce come scrittore nel 1950 e pubblica il suo primo romanzo, Piano meccanico, nel 1952. Membro dell’American Academy and Institute of Arts and Letters, è considerato uno dei massimi scrittori di fantascienza e uno dei maggiori autori americani. Con Feltrinelli ha pubblicato: Mattatoio n. 5 (2003), da cui è stato tratto il film di Roy Hill nel 1972, Ghiaccio-nove (2003), Un pezzo da galera (2004), Piano meccanico (2004), Dio la benedica, Mr. Rosewater (2005), La colazione dei campioni (2005), Le sirene di Titano (2006), Madre notte (2007), Barbablù (2007), Ricordando l’Apocalisse (2008), Guarda l’uccellino. Racconti inediti (2012), e, nella collana digitale Zoom, Da tutte le strade si alzeranno lamenti (2012).

Ciclo seminari gruppo giovani: "Il colloquio di lavoro" - terzo incontro

Il 2 luglio si è tenuto il terzo incontro a cura del Gruppo Giovani, presso Sinergie Education a Pescara.  Il tema dell’incontro riguardava “Il colloquio di lavoro”, analizzando le dinamiche, le regole ed i suggerimenti. Damiano De Cristofaro ed Alessandro Pornaro hanno sottolineato come sia importante la sicurezza in se stessi durante la seduta, in quanto siano preparati a notare “segnali di menzogna” (linguaggio non verbale, verbale e para-verbale). 

Particolare importanza è stata riservata per le “regole sacre”:
·      - Non parlar male dell’ambiente di lavoro precedente;
·       - Saper rispondere alle seguenti domande: “Perché vuoi cambiare lavoro?” e “Perché non stai lavorando?”

I nostri coach sottolineano l’interdipendenza tra queste due regole: saper rispondere alle domande sopra citate infatti vuol dire essere in grado di rispondere in maniera ottimista/positiva.
Ma cos’è il colloquio di lavoro per i Giovani di AIDP?
Daniela e Mara in particolare hanno affermato come il colloquio stesso sia un momento costruttivo, di conoscenza e di valutazione reciproca per constatare una possibile complicità fra candidato e azienda.
Ma cosa s’intende per conoscenza precisamente? Il nostro coach Alessandro Pornaro elenca sette punti  fondamentali:
·      -  Aspetti relazionali
·      -  Empatia
·      -  Competenze tecniche
·      -  Descrizione di sé stessi
·       -  Aspettative e motivazioni
·       - Capacità di adattamento al team ed al contesto
·       -  Conoscenze acquisite

Il seminario si è concluso con una simulazione di un colloquio lavorativo:

·       Selezionatore: Simone Perseo, Presidente del Gruppo Giovani AIDP A&M;
·       Candidata: Eugenia, socia junior AIDP A&M.

Tale simulazione è stata caratterizzata da tutte le dinamiche precedentemente descritte. Durante il colloquio inoltre sono state esaltate le qualità comunicative della candidata (coerenza tra comunicazione verbale e non verbale, chiarezza dei messaggi, sicurezza).

In conclusione, da questo incontro i soci hanno appreso l’importanza della coerenza che vi è tra la comunicazione ed il comportamento durante un colloquio di lavoro. È la correttezza, difatti, a regolare i rapporti che si svilupperanno all’interno dell’ambiente lavorativo. (Sara Ciancietta) 

Ciclo seminari gruppo giovani: "Piano marketing personale" - secondo incontro

Giovedì 28 maggio 2015 si è tenuto a Pescara presso Sinergie Education il secondo incontro del ciclo dei seminari a cura di Alessandro Pornaro e Damiano De Cristofaro
I nostri coach hanno continuato ad illustrare gli elementi fondamentali del “Piano marketing personale” con il fine di lavorare sull’obiettivo professionale personale.
Un elemento fondamentale del Personal marketing è costituito dal Personal branding, che consiste nell’identificare e nel proporre il proprio brand, ossia il proprio marchio partendo da una domanda fondamentale, alla quale solo il 10% dei candidati sanno rispondere in modo efficace: “Perché dovrebbero scegliere me?”. Il carattere di UNICITA’ del marchio facilita il selezionatore durante la scelta, in quanto i punti di forza orientano il selezionatore stesso nella vasta offerta. Attraverso il Personal branding, infatti, il candidato riuscirà a creare un valore unico in relazione al tipo di bisogno specifico dell’azienda, al punto da risultare l’unica soluzione. 

Damiano De Cristofaro ha quindi illustrato il Modello Canvas – un business model che consente di rappresentare visivamente il modo in cui un’azienda crea, distribuisce e cattura valore – applicato alla persona. Come è possibile, secondo i nostri Giovani, dimostrare la nostra credibilità?
Secondo Elisa è possibile attraverso esempi concreti, parlando degli obiettivi professionali raggiunti, attraverso le referenze, le certificazioni, gli attestati, o anche attraverso il modo in cui ci raccontiamo.
Ancora più importante è porsi in maniera veritiera e coerente con il proprio modo di essere:

IDENTITA’: CHI (cosa noi siamo) + COME (come lo attiviamo) = COSA (ciò che il mondo vede)
La mission e la vision sono parte integranti dell’identità di una persona: la prima consiste nel motivo che muove l’azione; la seconda rispecchia gli ideali, i valori e le aspirazioni in relazione agli obiettivi fissati. È quindi importante porsi la domanda: ”Ciò che sto facendo oggi è funzionale a ciò che voglio fare?”, altrimenti si rischia di disperdere le proprie energie (Simona) e di fissare degli obiettivi poco precisi (Elisa).
Altro punto del modello è l’OFFERTA, la quale è composta dalle competenze tecniche, dalle competenze trasversali (o soft skills) e dalle caratteristiche personali; questi tre livelli vanno a costituire i punti di forza. Oltre a questi ultimi, le persone sono caratterizzate anche dai punti di debolezza, i quali si distinguono in:
·       Punti di debolezza non risolvibili;
·       Punti di debolezza risolvibili, sui quali è possibile intervenire per migliorarsi.

Anche durante questo secondo incontro è stato affrontato il tema degli obiettivi, i quali sono fortemente legati ai valori della persona. I valori aziendali quindi dovrebbe coincidere con i valori personali che determinano l’identità stessa del candidato. (Sara Ciancietta)