lunedì 24 ottobre 2016

BRAND YOU - 7 ottobre 2016

Come farsi notare nel mondo del lavoro? Come comunicare in maniera strategica le proprie skills e il proprio valore per trovare il lavoro giusto? Che cosa significa fare Personal Branding? Come utilizzare i social in maniera efficace?
Questi i temi del seminario“BRAND YOU!  Come distinguersi nella ricerca del lavoro, nell’era del social recruiting”, nato dalla stretta collaborazione tra AIDP Abruzzo e Molise, l’Associazione CreaLavoroGiovani e Fater S.p.a., che si è tenuto venerdì 7 ottobre presso il Golf Country Club di Miglianico.
Evento ricco di stimolanti spunti di riflessione sul Personal Branding, durante il quale, sono stati forniti input sull’importanza di avviare strategie di Brand Personale e stimoli di riflessione per comprendere come è cambiata la ricerca del lavoro nell’era dei social network, come creare un forte personal brand che identifichi al meglio l'immagine personale e come questo possa creare opportunità di carriera uniche, che altrimenti rimarrebbero inesplorate.

Per le aziende è stato messo in evidenza come, oggi, il lavoro dell'HR manager, dei recruiter ed il ruolo del personale dipendente sia profondamente cambiato, e come gli head hunter siano destinati a fare uso maggiore del social e branding recruiting, abbandonando i canali tradizionali a favore di strumenti che consentano loro di conoscere in modo trasversale e più nello specifico i candidati ideali.

Gli interventi, preceduti dalla pregevole introduzione di Alfonso Orfanelli, Presidente AIDP Abruzzo e Molise, hanno abbracciato quattro aree di azione: Il personal Branding (coach e trainer Damiano De Cristofaro) - I Social Network nel Personal Branding (Amministratore della Bloo s.r.l. Luca Propato) – Il Personal Branding per i giovani (coache e trainer Alessandro Pornaro) – Il Personal Branding per il manager (direttore delle Risorse Umane della Fater, Gianluca Nardone e il Responsabile Talent Supply della Fater Marino D’Ascenzo)
Che cosa significa fare Personal Branding?
Oggi si parla molto di Personal Branding, ma non è sempre chiaro cosa contiene questo termine.
Molte persone comunicano attraverso i canali tradizionali e digitali senza un approccio, sistemico e strategico, che parta dalla definizione della propria identità personale.
Spesso l’approccio alla divulgazione di ciò che siamo è sommario, non ben calibrato e non riesce a risponde alla domanda che tutti - dal cliente, al datore di lavoro - si pongono: “Perché dovrei scegliere te?
Che si tratti di imprenditori, commerciali, manager, giovani in cerca di lavoro, tutti si confrontano presto o tardi con questa domanda.
Verrebbe da pensare che la risposta sia agevole, perché si tratta di “noi” - l’argomento che conosciamo meglio di ogni altro! - eppure può essere veramente molto arduo dare una risposta efficace idonea a far comprendere all’interlocutore chi siamo, cosa cerchiamo e, soprattutto, il valore che lui acquisirebbe per il solo fatto di “sceglierci”.

Quando incontri qualcuno che ti interessa, come ti presentii? Cosa comunichi di te?

Domande che possono sembrare banali,  nondimeno, quando ci troviamo in situazioni nelle quali possiamo aumentare il nostro network o “fare colpo” su una persona che ci interessa, non sappiamo sempre come presentarci, cosa dire, come comunicare il nostro valore, rischiando di perdere un’occasione.
Il Personal Branding ci offre la possibilità di comunicare in maniera efficace il nostro Brand ogni volta che se ne presenta l’occasione e giacchè, grazie ai Social Network, siamo in costante relazione con gli altri, questa opportunità è diventata illimitata.
Ne deriva che  avere una strategia mirata di Personal Branding non è solo opportuno, ma necessario!
Cosa significa, quindi, costruire un brand per la persona?
Le strategie di Personal Branding servono ad incrementare la nostra reputazione e, quindi, a generare un rapporto fiduciario con i nostri interlocutori, creando un’immagine coerente con quello che siamo realmente; un’immagine legata alla nostra identità, ai nostri valori, alle nostre competenze, ai nostri obiettivi e desideri in maniera chiara e coerente in modo da incrementare la nostra reputazione e generare fiducia.
In altre parole fare Personal Branding è una strategia volta ad individuare obiettivi, aspirazioni, punti di forza, unicità ed a comunicare in maniera coerente ed efficace chi sei, cosa fai, quali benefici offri e perché gli altri dovrebbero scegliere proprio te.
Quale strategia per il proprio Brand?
Una delle parole chiave del Personal Branding è consapevolezza.
Prima di tutto dobbiamo prendere consapevolezza che l’immagine che pensiamo di trasmettere non è sempre quella che gli altri percepiscono; il successo di una buona strategia di sviluppo del brand personale fa in modo che ci sia coerenza tra l’immagine che volgiamo dare all’esterno e quella che viene percepita.
Va precisato che fare Personal Branding non significa dare un’immagine falsa di sé! Questo, infatti, non è solo inopportuno, ma anche pericoloso per la nostra reputazione e per il rapporto di fiducia che instauriamo con il nostro “pubblico”.
Ricordiamo che la visibilità attrae le persone, ma è la competenza che le fidelizza!

Ne deriva che, a fronte di un’immagine artefatta, che pure ci consentirà di essere scelti da tante persone, la nostra reputazione ne risentirà negativamente.

Per dare un’immagine coerente ed efficace è necessario individuare consapevolmente: la tua identità (valori, punti di forza, aree di miglioramento, aspirazioni, obiettivi), cosa comunichi (benefici chiave, prodotti, servizi o attività), a chi lo comunichi (il target alla quale ti rivolgi), come lo comunichi (i canali ed i mezzi – digitali e tradizionali – che scegli per farti conoscere) ed infine, gli investimenti necessari ed i risultati da raggiungere.
In altre parole fare Personal Branding significa definire il proprio Brand ed elaborare una strategia consapevole che ci permetta di comunicare la nostra unicità ed ottenere la visibilità che desideriamo.
Il Personal Branding, per certi aspetti, dunque non scopre l’acqua calda: fondamentalmente dice che devi aver consapevolezza di te, dei tuoi obiettivi e trovare la miglior strategia per raggiungerli.

L’innovazione portata dal concetto di Personal Branding sta nel puntare sull’unicità di ognuno di noi, nel farla valere ed emergere e nel calare tutto questo nell’attuale mercato globale del lavoro, con tutte le sue variabili e le possibilità comunicative.

E per i giovani che si affacciano per la prima volta sul mercato, che significa?

Un giovane, ancor più che una persona con esperienza lavorativa, deve prima di tutto partire dalla conoscenza e consapevolezza di sé: capire motivazioni ed interessi, caratteristiche e punti di forza, scoprire la sua unicità.

Dopodichè deve definire con quanta più precisione possibile il suo obiettivo professionale. Per farlo, oltre alla riflessione interna a sé, dovrà informarsi ed analizzare accuratamente il mercato del lavoro per capire quali sono le reali possibilità a disposizione. Solo con un giusto mix di consapevolezza interna ed esterna potrà progettare con efficacia l’inizio della sua carriera.

Il mondo del lavoro, in Italia e all’estero, è in grandissima e velocissima evoluzione. Non solo rispetto alle forme di collaborazione o contrattuali possibili, ma soprattutto perché stanno nascendo moltissime nuove professioni in tutti gli ambiti: dal digitale all’agricoltura, dal sociale all’architettura, ci sono figure professionali che prima non esistevano e che offrono nuove e diverse opportunità occupazionali, ma anche nuove e diverse modalità di accesso o di relazione con gli interlocutori chiave.

Un giovane deve dunque farsi un’idea precisa delle varie possibilità e, a quel punto, definire l’obiettivo.
Molti si buttano alla ricerca di un lavoro in maniera casuale, senza un’idea precisa e pensando che per reperire opportunità basti fare un curriculum e spararlo nel mucchio, rispondendo a quanti più annunci possibile, aspettando poi e sperando che il lavoro arrivi.

Il Personal Branding dice anche che la persona deve assumersi la responsabilità di far sapere al mondo che esiste e che ha determinate capacità, che sa e vuole risolvere determinati problemi. Perché il mondo non sa che esisti!

Inoltre dice che non esiste un solo modo per cercare lavoro, ma che ogni obiettivo professionale prevede uno specifico target di interlocutori da raggiungere, o da cui farsi trovare, attraverso specifiche strategie, canali e registri comunicativi e “luoghi online e offline” da frequentare.
Linkedin, ad esempio, è un luogo virtuale che sta acquisendo sempre più importanza sia per chi cerca lavoro e vuole essere visibile, sia per chi cerca risorse da inserire nella propria organizzazione. Ma non  è detto che tutti debbano essere presenti e attivi su questo social network. Se una persona volesse, ad esempio, aprire una struttura ricettiva, bed & breakfast o agriturismo, probabilmente dovrà curare la sua presenza in altri social network o piattaforme (airbnb, tripadvisor, ecc).

Lo stesso curriculum, strumento di promozione professionale per eccellenza, non è detto che abbia la stessa importanza per tutti gli ambiti e le figure professionali: per professionalità come il web designer, il grafico, l’art director, l’architetto, il curriculum non è fondamentale, ma è molto più importante un luogo virtuale (pagina web, sito, porfolio online) o una raccolta fisica (book) che presenti i lavori realizzati.

Personal Branding vuol dire, dunque, chiedersi a chi voglio arrivare o da chi voglio farmi trovare, che luoghi frequenta il mio target, che cosa gli interessa o vuole vedere.

Infine va detto che, per un giovane, trovare nuovi modi per essere presente e visibile sul mercato, e non limitarsi ad inviare curriculum, significa potersi distinguere dalla massa di persone alla ricerca di lavoro e poter emergere facendo già intuire alcune capacità o caratteristiche personali.

In quest’ottica una corretta attività di networking, di sviluppo delle relazioni, rimane sempre un fattore fondamentale di una buona campagna di ricerca attiva del lavoro, soprattutto in Italia, dove la maggior parte delle opportunità passa ancora per i canali informali e relazionali.

Il Personal Branding, per i giovani ma non solo, è quindi anche proattivazione, creatività, cura di sé e dei propri obiettivi.

E i social network che ruolo hanno nel Personal Branding?

I social network sono ormai determinanti nel mercato del lavoro e di questo i giovani devono essere assolutamente consapevoli.

Molte ricerche dimostrano due concetti fondamentali.
Innanzitutto che sempre più HR e recruiter utilizzano costantemente i social per cercare direttamente i candidati, in particolar modo su Linkedin.
È necessario capire quale social è utile per il settore a cui ci si vuole affacciare e lì essere presenti. Ma non basta esserci su un social network, bisogna avere un profilo che sia fatto in modo utile. Un profilo Linkedin appena abbozzato o incompleto, ad esempio, non aiuta perché non offre la giusta visibilità, non fornisce le informazioni necessarie, non fa emergere esperienze e competenze, non fa lavorare l’algoritmo che gestisce il social network perché non ci sono parole chiave a stimolarlo.
È importante avere un profilo completo, ricco, redatto nella giusta forma e con una fotografia opportuna ed adatta.

L’altra indicazione che arriva dalle ricerche sull’utilizzo dei social è che HR e recruiter usano  i social anche per conoscer meglio la persona prima o dopo il colloquio. In questo caso entrano in gioco anche altri social come Facebook ad esempio. Molti HR dichiarano di aver escluso candidati per informazioni ritenute inopportune trovate nelle loro pagine social.
In questo caso si parla anche di Digital Reputation. Bisogna fare attenzione a informazioni, post, foto, condivisioni che abbiamo nei nostri social network perché, se sconvenienti potrebbero minare la nostra immagine ed essere motivo di esclusione da un processo di selezione.

Insomma, i social network sono a tutti gli effetti una parte sostanziale anche della nostra immagine professionale e, se usati con attenzione strategica, possono favorire notevolmente il nostro Personal Branding. (Damiano De Cristoforo, Alessandro Pornaro)



lunedì 3 ottobre 2016

Carissimi,
il nostro gruppo regionale ha puntato negli anni a dare sempre il meglio in termini di creatività, comunicazione e condivisione e lo ha fatto grazie ad AIDP Communication, gruppo informale che si riunisce una volta al mese e contribuisce a rendere operative e concrete le linee guida del Direttivo.

AIDP Communication ricerca nuove “persone” che possano offrire il loro tempo e la loro creatività all'associazione.

Numerose le attività, diversi gli strumenti da realizzare: dallo studio grafico delle brochure, alla struttura di una mail, dalla scelta delle location, alle scenografie degli eventi, dagli articoli da pubblicare sui media al materiale da inserire sul blog, dalle foto ai materiali di marketing associativo da realizzare... e non solo!

E poi è sempre un’opportunità di confronto con i colleghi e per fare due chiacchiere davanti a perché no un buon bicchiere di vino.

Per trasmettervi la visione di AIDP Communication abbiamo chiesto a chi ha già fatto parte della squadra... "parlami di questa esperienza!":

"Il bello del Team Communication è "esserci"! Perchè è un modo dinamico di vivere l'associazione facendo qualcosa di diverso, dando spazio all'immaginazione."
Elisa Antonioni
"Il gruppo Communication è contaminazione di idee, è passione e laboratorio di gruppo. Ma è sopratutto un gruppo di persone che amano stare insieme e crescere per piacere!"
Dante D'Alfonso
"Il gruppo Communication è un modo per esprimere se stessi, dilatare il tempo che si trascorre con i soci e conoscersi meglio."
Silvia Mattioli
Il gruppo sarà coordinato da Silvia Mattioli, componente del Direttivo AIDP.

Vi aspettiamo numerosi, rispondi a questa mail e dai la tua adesione!



Cordialmente,
Alfonso Orfanelli